Notice: La funzione _load_textdomain_just_in_time è stata richiamata in maniera scorretta. Il caricamento della traduzione per il dominio ct è stato attivato troppo presto. Di solito è un indicatore di un codice nel plugin o nel tema eseguito troppo presto. Le traduzioni dovrebbero essere caricate all'azione init o in un secondo momento. Leggi Debugging in WordPress per maggiori informazioni. (Questo messaggio è stato aggiunto nella versione 6.7.0.) in /var/www/vhosts/takeaction.school/httpdocs/wp-includes/functions.php on line 6121
Il coraggio è contagioso – Take Action
08/03/2021

Il coraggio è contagioso

Il coraggio è contagioso

Intervista a Alice Yeoue

Alice Yeoue è un’operatrice sociale di StreetWorkBZ, un servizio di educativa di strada dell’Associazione Volontarius che si rivolge ai giovani di Bolzano. Insieme alla sua equipe, Alice ha affiancato un gruppo di ragazzi durante un nostro laboratorio sulla tematica della migrazione.

Ciao Alice, cosa custodite del laboratorio di arte e diritti umani?

I ragazzi che hanno partecipato non si aspettavano un laboratorio così fuori dagli schemi e lontano dalla loro quotidianità. Attraverso dei linguaggi creativi che non conoscevano, hanno cercato di interpretare un diritto che gli stava a cuore. Non è facile rappresentare una cosa così astratta, ma sono riusciti a dare forma a ciò che custodivano dentro di loro. Questo ci ha dato molta soddisfazione!

Qual è l’aspetto che vi ha maggiormente colpito?

La storia che ci ha raccontato la testimone, una ragazza che ha ottenuto protezione internazionale in Italia e che oggi lavora per supportare le persone meno fortunate. Il suo racconto è stato molto toccante e ha dato vita a delle reazioni bellissime. Ascoltare una storia così intensa in prima persona è molto diverso da vedere un telefilm o sentire una notizia al telegiornale. Il suo coraggio è stato d’ispirazione per i ragazzi, anche loro si sono sentiti il diritto di aprirsi e di raccontarsi. Il suo coraggio è diventato contagioso. Di questo ne abbiamo parlato per giorni con i ragazzi. Non si è trattato solo di un momento circoscritto, ma ha lasciato un segno.

Secondo te perché è importante parlare di diritti umani con i giovani?

Credo che sia di fondamentale importanza. Molti di loro non sanno nemmeno di avere dei diritti. Spesso si fanno trascinare dagli eventi e perdono la speranza. Dobbiamo renderli consapevoli di cosa si meritano veramente, dobbiamo educare ai diritti umani e al sociale per fargli prendere coscienza che esistono cose nella vita per le quali vale la pena impegnarsi.

C’è un diritto che senti particolarmente risuonare in te?

Il diritto di espressione. Ultimamente mi sembra che non sia esercitato nella maniera corretta. Mi sono messa nei panni degli adolescenti e penso che il mondo della politica e dei media non li stia ascoltando. Quando provano ad esprimere le loro idee, per esempio attraverso canzoni o videoclip, vengono zittiti e colpevolizzati, o ancora peggio, abbandonati. Penso che bisognerebbe dare loro l’opportunità di manifestare le loro emozioni, anche le loro sofferenze e la difficoltà di vivere nella povertà e nel disagio. Quella che all’apparenza può sembrare una comunicazione violenta, può essere in realtà una forma espressiva per esternare il loro malessere oppure una vera e propria richiesta di aiuto. Hanno il diritto di esprimersi e di essere ascoltati.